destionegiorno
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Nato in terra di Sicilia nel 1960, scrivo solo per passione e per comunicare ciò che sento o percepisco. Ogni idea o sentimento che viene esternato in qualsiasi forma va sempre accettato per quello che è. Criticare e giudicare è soltanto un punto di vista. Con questo spirito bisogna leggere e ... (continua)
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Non adesso, non ora,
magari più in là,
quando la luce dell'aurora
lentamente si spegnerà
e l'effimera giovinezza
avrà finito il suo tempo,
il tempo della leggerezza,
e non avrà più scampo.
Non adesso,... leggi...
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Di adamantina onestà rivestita
la purezza d’animo di così gentile
e garbata creatura, diafana l’essenza,
stupisce chi dall’incanto è rapito.
Esile il corpo traspare di luce
che la pelle carezza col suo scintillio
e la rende tremula e d’amor... leggi...
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Duro il colpo, dura la terra:
il corpo non urla, giace.
Ancora la luna
ne è testimone, sempre
la luna che non parla.
Svanisce l’ombra,
nel profumo
che copre la tristezza,
il fastidio della presenza.
Questo è il coraggio!
Fuggire nel vuoto
che... leggi...
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Il sogno mi dice di morsi,
di carezze mai date
e d’abbracci che soffocano
e respiri d’affanno che riempiono
due corpi facendoli levitare
leggeri ... leggeri ...
Il sogno svanisce nel nulla
e la mia guancia è porpora
di labbra, è... leggi...
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Un notturno sorriso s’insinua
tra bianche lenzuola di lino
a cercar tra le cosce il destino
di peluria intonsa ed ingenua,
tal solletico scatena le risa
di fanciulla a ciò non avvezza
che, felice di quella carezza,
si cinge di voglia improvvisa
ed... leggi...
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Silenziose presenze s’avvertono
lungo i viali percorsi dall’esistente
e vibrano, come tremule foglie
che attendono di librarsi in volo
attratte da sconosciute essenze.
Non è un miraggio, né un sogno,
né fantasia d’un uomo che... leggi...
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S'addormentò serena
tra le lenzuola bianche,
chiuse gli occhi appena:
le palpebre, stanche,
tremarono per un secondo,
poi fu dolce il dormire
tra le pieghe d'un mondo
dove si può gioire
per un gesto gentile
o per un tenue... leggi...
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“Cià stari quantu u riavulu mpararisu”
Ci rissi na mattri o figghiu lagnusu
“Ta moviri, ta maniari, ratti vessu:
Isiti u culu ra seggia, ca si pessu...”
Cià rispunniu cammu u picciriddu
“Ma su sautu e ballu comu... leggi...
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Sfiora le guance
con gesto cortese,
rosse come arance
così le ha rese.
Per il suo candor
d’anima pia,
appare il rossor:
segnale di spia.
Pudor di donna
gentil e onesta.
Prova vergogna
e immobile resta.
Così tremante,
col cuor... leggi...
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Rapìti tutti i potti,
i finestri spalancati
sia di ionnu ca ri notti,
rapitili e ciaurati,
ca a maggiu l'aria fina
riciala i cittadini,
agghiana de iaddina
ca di zagara su chini,
si spanni nta li strati
e dintra li cuttigghi,
sunu... leggi...
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Sul viale coperto di foschia
nel nulla si dissolvono le forme
gli incerti contorni svaniscono
alternandosi tra luce e ombre
piccoli bagliori s’attenuano
scivolando nell’umida nebbia
si confondono con il fremito
d’ingiallite foglie vaganti
o col... leggi...
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Incontrai i tuoi occhi puliti
in un profondo sguardo d’amor
luccicar di bontà li vidi
da un nobile e onesto cuor
le iridi brillavan di luce
due soli a mezzogiorno
illuminavan la via che conduce
dentro un piacevole sogno
incrociai i tuoi... leggi...
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L'intimità della lumaca è palese
come la sua lentezza strisciante
il guscio la ripara dalle offese
non da un passo calpestante
così è come la vita di clausura
che sbava viscida in solitudine
lo star soli dentro quattro... leggi...
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Foss’anche questo silenzio che urla
lancinanti grida di dolore
a tormentarmi il cuore
e l'anima mia che ribolle,
giammai smetterò d’amarti,
dolce creatura dagl’occhi sinceri.
In silenzio ascolterò i tuoi pensieri,
muto sarò... leggi...
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Il dolce scandire di rime
e d’indefinita metrica è sublime,
se dall’animo sorge il canto
e si riesce a creare l’incanto ...
...dopo ... solo il fluire leggero:
ogni parola, ogni pensiero
è come un fiume che al piano
calmo scorre e... leggi...
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Salvo Scamporrino
Le sue 21 poesie in Sociale
| L’eco si udì
di cauti cori,
poi gli spari
e l’eco morì,
sopra la neve
orme di passi,
corpi scossi,
silenzio greve,
natura morta,
morta davvero,
cupo
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| Il manto di neve fresca e soffice
non ha orme
i corpi esili e leggeri troppo smunti
come ombre
non lasciano segni
non lasciano impronte
tutt’intorno il filo spinato
confine macabro
in un posto sbagliato
nel bianco manto la Signora in nero
falcia
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| Giorni di silenzi grondanti lacrime
che pullulano di mille solitudini
solo occhi negli occhi e sugl’occhi
per percepire le altrui tristi anime
giorni di paure e tormenti sciocchi
che sgretolano vite di porcellana
tutte appese a non si sa quali
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| Non più s’ode il frastuono
di scalpitii e vocii e rumori d’uomini
non più frenesie di vite e suono
di clacson in affollati incroci. Giardini
immersi nel silenzio adesso
e viali deserti spazzati dal vento
e luci blu di ronde e pianto
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| Dritto tra le spine d’un rovo di more,
per non perdere la voglia di farmi male,
per non stare a sentire urla e pianti
di sofferenze d’uomini sacrificati
sulle sabbiose sponde d’un mare triste,
dritto tra le spine che strappano la pelle,
per sentire
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| Che senso ha rubarti l'anima
per venderla al mercato delle pulci
e lasciarti senza una lacrima
sulla strada a ricevere calci,
abbandonarti lì, al suolo,
da solo col tuo ultimo sospiro,
quando ti potresti alzare in volo
sospinto da un refolo
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| Vissi di poca vita e stracci
e brandelli di pelle e calci
tra la polvere delle dune
d’un deserto di sale e spine,
stetti senz’acqua e pane
a piedi nudi tra le rovine
di poche povere capanne
fatte solo di fango e canne,
partii per non so
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| Non bastano i fiori per coprire tutto questo mare,
tutti questi dolori annegati per una speranza vana,
tutte le povere vite che continuano ad affondare
nell’ignavia crudeltà d’una umanità malsana,
quanti corpi ancora da raccogliere sulle
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| Coltello affilato
sanguina dolore
dal cuore malato
che non sa l'amore
gocce solitarie
d'anime trafitte
piccole storie
di vite sconfitte
sappia ognun però
donar una carezza
a chi se ne andò
con vuota tristezza
cadendo
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| Rotola un barattolo in fondo al vicolo
ed un'ombra col cappuccio, lenta,
lo attraversa, strisciando i piedi nudi.
Potrebbe sembrare qualcuno ridicolo
o qualcun altro che, turpe, spaventa
con quel respiro d'affanno e tu credi
sia meglio andare via
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| L’alba è ancora lontana stanotte,
è nebbia il cervello che sfida la morte
giocando a dadi con il destino.
Dov’è finito quell’allegro bambino
che stringeva la vita forte al suo petto?
Ora non hai più il minimo rispetto
per
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| S’alza il pulviscolo
sulla strada nera come la pelle
e si sparpaglia
tra i pori che sono uguali ai miei
i palmi delle mani
sono rosse d’incerta paura
ed una monetina solitaria
umida di sudore e lacrime
scivola giù nel copricapo
rosso
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| Non più passeggiar tra luci
riflesse in occhi sereni
o danzar tra folle felici
nelle bettole o nelle balere,
è tempo di cupa paura
e d’ali socchiuse al vento,
desolati viali d’alberi nudi
e lumini accesi nella notte.
Ogni lucignolo
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| Accadde che la vita cambiò strada
e c’era da attraversare l’oceano,
prima dell’apocalisse tanto annunciata,
prima dell’inverno che gela le mani,
nessuno capì quale fosse il futuro,
se ci sarebbe stato ancora domani,
adesso bisognava
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| Il testimone della Luce fu ucciso senza pietà,
poi, anche la Luce fu assassinata sul monte
e, in quell’istante, la luce dell’intera umanità.
Una croce per l’incontro
con il Sacro
e la voce che grida
nel deserto
adesso è
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